I domenicani giunsero a Pistoia, snodo di comunicazione e pellegrinaggi tra Nord e Centro Italia nei pressi della Via Francigena, nella prima metà del XIII secolo. L’originario complesso conventuale iniziò ad essere costruito presso le mura, tra la città e le campagne. In età medievale la città di Pistoia era un importante luogo di passaggio e di pellegrinaggio, trovandosi sul tratto di via che dall’Europa portava sino a Santiago di Compostela. Atto, il vescovo di Pistoia, nel 1145 fece venire a Pistoia da Compostela alcune reliquie del santo rendendo così la città di Pistoia un punto focale della via di Sant’Jacopo. Notizie di un piccolo convento domenicano si hanno già nel 1249, ma soltanto nel 1259 vi fu l’istituzione di un convento priorale. L’originario complesso iniziò ad essere costruito a ridosso della seconda cerchia muraria, tra la città e la campagna. Nel 1294 i domenicani dettero inizio alla costruzione della chiesa. L’edificio a croce latina, è composto da un vano unico rettangolare, coperto da capriate lignee con transetto voltato a crociera. Seguendo la tradizione delle chiese gotiche domenicane in Italia, sul transetto si sviluppano le absidi. Appaiono fondate le ipotesi, seppur non verificate da documentazione coeva, per cui la struttura ed il suo portale di facciata subirono influenze da parte del primo Priore frate Pasquale dell’Incisa, del domenicano frate Guglielmo da Pisa e, soprattutto, di Giovanni Pisano, attivo in città fra la fine del XIII e l’inizio del XIV secolo. Con il priore Andrea Franchi (1365-1370), Vescovo di Pistoia nel 1382, la chiesa ebbe un prolungamento.

La chiesa di impianto gotico ad aula coperta da capriate, nello stile di povertà degli Ordini mendicanti, fu completata a metà del XIV secolo.

La struttura ha subito profonde trasformazioni nel tempo: in origine un tramezzo divideva la parte riservata ai frati con il coro conventuale e l’ampio spazio della predicazione dedicato ai fedeli. Le pareti con luminose aperture erano interamente affrescate con scene bibliche e figure di santi. Attualmente alcuni affreschi delle pareti sono staccati e conservati negli spazi conventuali.
Nel XVII sec. in seguito alle determinazioni del Concilio di Trento fu abbattuto il tramezzo, le grandi vetrate furono ridotte e vennero eretti altari laterali nella ristrutturazione dell’architetto pistoiese Jacopo Lafri (Pistoia 1544 – Pistoia 1620). A quest’epoca risalgono le grandi tele commissionate dalle famiglie pistoiesi che nella chiesa avevano le sepolture dei loro cari.

L’edificio è a croce latina, composto da un unico vano rettangolare coperto a capriate lignee e  transetto voltato a crociera. Seguendo la tradizione delle chiese gotiche domenicane in Italia, sul transetto si sviluppano le absidi.

Originariamente sopra il portale di facciata si apriva un rosone, chiuso nel corso del ‘600 per lasciare spazio al grande Organo [20] qui collocato dal Lafri . La maestosa porta lignea che oggi osserviamo deriva da un modello settecentesco. L’organo [20] costruito nel 1613 da Cosimo Ravani di Lucca, in legno intagliato e dorato,  fu inserito nell’arco barocco, opera seicentesca di Lafri. Il primo restauro fu del 1663 e venne realizzato dal fiammingo Guglielmo Ermanno per volere del Cardinale Giulio Rospigliosi. A questo intervento ne seguirono altri, fra cui si ricordano quello del 1673 e quello del 1715.

 

  1. Altare Brunozzi
  2. Sepolcro Filippo Lazzari – di  Bernardo Rossellino e Antonio da Settignano
  3. Altare Fioravanti (nei pressi cappella S.Giovanni o S. Vincenzo)
  4. Presepe
  5. Altare Baldinotti
  6. Sepolcro del beato Lorenzo da Ripafatta di Bernardo Rossellino da Settignano
  7. Altare Cellesi 
  8. Sepolcro beato Andrea Franchi 
  9. Altare Andrea Franchi
  10. Altare Rospigliosi
  11. Cappella Melani
  12. Cappella maggiore – esafora 
  13. Cappella del Ss. Rosario –  tela di Cristofano Allori
  14. Cappella famiglia Rospigliosi
  15. Altare Franchini – Taviani 
  16. Altare Cellesi
  17. Altare Fabroni
  18. Altare Scarfantori – pala di Fra Paolino
  19. Altare Gatteschi – tela di Cristofano Allori
  20. Organo e cantoria

 

Nel percorrere la chiesa si possono cogliere alcuni aspetti fondamentali della vita dell’Ordine e la memoria di alcuni suoi testimoni. Il tema dell’annuncio, centrale per l’Ordine dei predicatori, è sviluppato nel grande affresco dell’ annunciazione sull’arcone centrale (XIV sec.): a sinistra l’angelo Gabriele, sulla destra Maria accoglie l’annuncio. La predicazione domenicana pone al centro il riferimento alla Parola di Dio e il mistero dell’incarnazione. La missione dei predicatori si connota come annuncio dell’amore misericordioso di Dio e della salvezza per tutta l’umanità.
La figura di san Domenico compare in una grande tavola ad olio sopra il secondo altare a sinistra. E’ opera del 1530 circa di fra Paolino (1488-1547), frate di questo convento, artista della scuola del beato Angelico. San Domenico è raffigurato in preghiera sotto la croce. Abbracciato al crocifisso esprime il desiderio di seguire Gesù sulla via del dono totale di sé testimoniando il Vangelo nella sua essenzialità.
La spiritualità domenicana è stata sintetizzata da san Tommaso d’Aquino nell’espressione ‘contemplare e comunicare agli altri quanto si è contemplato‘ (contemplari et aliis contemplata tradere). Lo sguardo rivolto a Gesù per seguirlo e la compassione verso l’umanità stanno al cuore della vita dei domenicani tutta orientata al dialogo come missione.
Nella Cappella del Rosario a sinistra dell’abside una grande tela di Cristofano Allori (1577-1621) presenta san Domenico che riceve il rosario da Maria: è un ricordo della preghiera del Rosario, propria della tradizione domenicana, che conduce a ripercorrere i momenti della vita di Cristo quale via di contemplazione.

La vita dell’Ordine dei predicatori è centrata sull’esperienza della misericordia di Dio, da accogliere e comunicare. Ancor oggi, chi fa professione chiede solamente “la misericordia di Dio e dei fratelli” al momento di entrare nell’Ordine.
Maria Maddalena è per questo tra le sue sante protettrici. E’ la donna che nell’incontro con Gesù ha sperimentato la misericordia di Dio e colei che ha annunciato la risurrezione. La presenza femminile è stata importante sin dalle origini dell’Ordine che vide i suoi inizi nel primo monastero di Prouilhe in Linguadoca (1206) affidato alla cura di san Domenico.
La figura della Maddalena è visibile nella pala di Cristofano Allori al primo altare sul lato sinistro (Maddalena in gloria) così pure in un riquadro nella grande vetrata dell’abside insieme a Pietro e Paolo [19].
Nella medesima grande vetrata (esafora di manifattura fiorentina, 1931), che ha mantenuto l’antica struttura originaria, alcuni santi domenicani attorniano Maria con il bambino: Domenico, Alberto magno, Tommaso d’Aquino, Caterina da Siena, Caterina de Ricci e Imelda. Tra essi al centro i beati Andrea Franchi e Lorenzo da Ripafratta, domenicani importanti nella storia del convento e della città.

Lungo la parete destra troviamo tre monumenti funebri. Presso la porta che conduce al chiostro vi è la sepoltura del domenicano beato Andrea Franchi [8], che prima come priore, poi come Vescovo di Pistoia,  compì un’opera di grande pacificazione tra le famiglie pistoiesi in conflitto e promosse compagnie di laici per assistenza ai poveri. Sul medesimo lato destro ammiriamo il monumento sepolcrale per il beato Lorenzo da Ripafratta [6], opera dei fratelli Rossellino (metà XV secolo), nonché il sepolcro del giureconsulto Filippo Lazzari [2] , opera in marmo bianco e verde di Prato, databile tra il 1462 e il 1464, eseguita da Bernado Rossellino e Antonio da Settignano. Il beato Lorenzo: originario di Ripafratta visse nel convento di Pistoia dal 1430 alla morte (1456) ed ebbe ruolo di rilievo nel movimento di rinnovamento spirituale dell’Ordine nel XV secolo. 

Nella cappella maggiore  [12] si trova l’altare con il retrostante coro. L’illuminazione proviene dalla grande esafora gotica posta nell’abside. Durante la ristrutturazione barocca l’esafora era stata sostituita da un finestrone a vetri bianchi, con stucchi e cornice, sormontata dallo stemma dei Panciatichi, tra le famiglie più influenti di Pistoia. Il finestrone è stato poi eliminato nel restauro degli anni ’30 del ‘900 e nel 1932 è stata ripristinata l’esafora dalla Ditta fiorentina del Professor Giuseppe Tolleri. Le pareti della cappella, con volta a costoloni,  non sono affrescate, ma decorate con disegni quadrilobati e fregi geometrici.

L’altare maggiore ha subito varie trasformazioni nel tempo: il primitivo altare ligneo venne sostituito nel 1726 da uno in marmo policromo ad opera dello scultore Benedetto Fortini e nel 1932 da una semplice mensa in marmo bianco, con ciborio, sorretta da colonnette tortili, sotto la quale originariamente si trovava l’urna contenente il  corpo del Beato Andrea Franchi. Nel periodo post-conciliare l’architetto Giovanni Michelucci ristrutturò il presbiterio ponendo ai lati della mensa d’altare due grandi amboni e trasferendo, così, l’urna del Beato Andrea Franchi sotto l’altare della crociera sinistra, dove tutt’ora è venerato.

Nel percorrere la chiesa si possono cogliere alcuni aspetti fondamentali della vita dell’Ordine.

Il tema dell’annuncio è sviluppato nell’affresco dell’Annunciazione sull’arcone centrale: a destra la Vergine Annunziata seduta, con le braccia incrociate sul petto, secondo la tipica iconografia trecentesca e a sinistra l’Angelo annunciante che si rivolge alla Vergine. La predicazione domenicana, infatti, pone al centro il riferimento alla Parola di Dio e al mistero dell’incarnazione, l’annuncio dell’amore misericordioso di Dio e della salvezza per tutta l’umanità.

Sopra l’altare Scarfantoni vediamo la pala cinquecentesca di Fra Paolino raffigurante la Crocifissione [18].

Nella Cappella del Rosario, a sinistra dell’abside, la grande tela di Cristofano Allori (1577-1621) presenta San Domenico che riceve il rosario da Maria, ricordo della preghiera del Rosario, propria della tradizione domenicana, che conduce a ripercorrere i momenti della vita di Gesù quale via di contemplazione [13].

All’interno della chiesa venivano praticate sepolture, ma la maggior parte dei fedeli defunti veniva tumulata nel chiostro che prende il nome di Chiostro dei morti.

A tutte e tutti coloro che entrano in questa Chiesa per pregare o la visitano per gustare la sua bellezza, il nostro augurio di pace.

I domenicani di Pistoia

ORARIO SS. MESSE
Domenica Santa Messa ore 19.00
per informazioni: Convento san Domenico
piazza san Domenico 1 – 51100 Pistoia – 0573 365441 – 346-6176464